30 Nov ECO: domenica 3 dicembre 2023
PRIMA DOMENICA DI AVVENTO
Vangelo di Marco 13,33-37:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
“Guarda, guarda: perché non sai quando è il momento.
È proprio come un uomo che partì per un viaggio e lasciò la sua casa, e diede il suo compito a ciascuno dei suoi servi, ordinando al portiere di vigilare.
Vegliate dunque, perché non sapete quando verrà il padrone di casa, se al crepuscolo, o a mezzanotte, o al canto del gallo, o all’alba; affinché non venga all’improvviso e ti trovi addormentato.
Ciò che dico a voi, lo dico a tutti: guardate!”
Commento:
“GUARDA! GUARDA! PERCHÉ IL MOMENTO È ORA”
L’Avvento non vuole collocarci nel futuro, ma nel presente. In esso la Chiesa ci invita a prendere coscienza da quale “posizione esistenziale” viviamo la nostra vita quotidiana. Quali sono le nostre motivazioni, interessi, ricerche, aspirazioni, sogni? E, soprattutto, interrogarci oggi, nel mondo in cui viviamo di violenza, guerre, distruzione, morte, squilibri, ingiustizie, sofferenza, impoverimento… Quali e chi sono le nostre SPERANZE?
Oggi, ogni giorno, dobbiamo vivere pienamente. Non preoccuparsi del “giorno” della sua venuta, ma ritrovarlo adesso, nella vita di tutti i giorni. L’Avvento ricorda che Gesù è venuto, VIENE e verrà. Ha condiviso con noi la storia, uno spazio e un tempo piccoli, “insignificanti”. Ha camminato con il suo popolo e ci ha insegnato con il suo modo di guardare, di parlare, di servire, di cercare, di guarire, di consolare, di AMARE… come essere attenti, vigilanti, svegli e coscienti, per non perdere il “passo di Dio” ”, che “arriva sempre”.
In realtà non aspettiamo il “suo ritorno”, visto che non se n’è mai andato. È risorto e vive in mezzo a noi.
L’Avvento ci ricorda che il Figlio è stato, È E SARÀ sempre UN COMPAGNO DI CAMMINO.
E in questo cammino con Gesù dobbiamo essere vigilanti. Così, mentre aspettiamo la sua manifestazione gloriosa “senza veli”, andiamo, come lui, a costruire il Regno del Padre, nella fragile storia di ogni giorno. Nella sua azienda si rafforza l’impegno a “come l’argilla nelle mani del vasaio” per lasciarmi essere figlio; In questo modo sarà possibile accogliere le differenze, rompere le barriere, aprire relazioni, dialogare, perdonare e dimenticare le ferite… ed essere fraternità.
L’Avvento ci mette in atteggiamento di ATTESA e di speranza, e soprattutto di gioia, di gioiosa ansia: arriva L’AMICO per un abbraccio definitivo ed eterno. Ci invita anche a preparare questo incontro con vigile attenzione e cuore aperto; con “urgenza”, ma senza timore, perché l’attesa riempie il cuore di ardore.
Curiamo ogni dettaglio per accogliere Colui che si avvicina, che ci ama e che noi amiamo.
María Soledad Galerón, rmi