18 Lug Riposa nel tempo di riposo · Acompasando
FAI QUELLO CHE FAI: RIPOSATI NELLA PAUSA!
“Fai quello che fai”… una proposta da vivere con piena attenzione nel presente. Oggi, al termine del corso, l’invito è a vivere anche il momento della pausa con la massima attenzione: FAI QUELLO CHE FAI DURANTE LA PAUSA, che paradosso!
Secondo il dizionario della Royal Academy of Language, uno dei significati della parola riposo è “cessare il lavoro, riparare la forza con l’immobilità”. Per questo dico che è un paradosso perché siamo in una società e in una cultura che ci coinvolge sempre più nel fare, fare e fare sotto molteplici travestimenti, alcuni noti come “riposare è cambiare attività”. E no, riposarsi è scegliere di prendersi cura di uno spazio personale in cui quello che si fa è finalizzato a recuperare la propria forza lavoro, non ad occuparsi di altro! Per alcuni questo modo di recuperare le forze con la quiete è dormire, per altri camminare, per altri guardare la TV, per altri leggere per svago, non per allenarsi, per altri uscire nei campi, per altri fare qualche sport, per altri semplicemente essere, senza altro, senza orari, senza compiti, solo essere…
Potrei ripetere qui quelle buone regole che permettono di riposare che troviamo nei manuali per “vivere bene”: dieta equilibrata, evitare bevande eccitanti come la caffeina, dormire 8 ore al giorno, prendersi cura dell’ambiente di riposo, fare sport, coltivare qualche interesse personale, stabilire una routine quotidiana, curare le amicizie… e un’infinità di altre cose che, oltre al fatto che probabilmente già le conoscete, rimangono nelle “ricette per stare bene” che leggiamo, anche raccomandare, ma che sono lontani dal nostro programma quotidiano, no?. Perché riposare, saper riposare non è una questione di tecniche ma di ATTEGGIAMENTO, e ha a che fare con ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo rispetto al riposo.
In una realtà in cui bisogna andare veloci e con tante cose da fare e poco tempo per farle, riposare non ha un ottimo biglietto da visita, come concedersi del tempo per “non fare nulla” quando si associa il mio valore personale con efficacia e successo sociale? Mancanza di consegna, mancanza di impegno, egoismo, irresponsabilità, “devo” farlo, sono alcuni dei falsi argomenti con cui inconsciamente e irrazionalmente danneggiamo la qualità della nostra vita e giustifichiamo il non avere tempo, il non “perdere” tempo, l’essere troppo occupati per avere un tempo tranquillo… Tendiamo a considerare prezioso solo il tempo dedicato alla produzione, alle incombenze lavorative, apostoliche… impedendoci di godere dei diversi aspetti della vita e di saperci riposare.
L’atteggiamento che mi permette di riposare con “piena attenzione” al riposo, implica in primo luogo modificare il pensiero per giungere alla convinzione che è necessario e possibile fermarsi, staccare, porre limiti al lavoro, all’attivismo, all’impegno tante cose che non hanno tempo per la cosa fondamentale: stare fermi per entrare in contatto con noi stessi! Richiede saper dire di no, essendo chiaro che la mia capacità ed efficacia raggiunge un punto, che non sono operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è avere la capacità di uscire oggi dalla trappola permanente della “connessione” ingrandita con le tecnologie che ci consentono di essere consapevoli di tutto e di rispondere immediatamente a tutti i tipi di problemi del lavoro, senza controllo dell’ora o del giorno. Riposare non è perdere tempo, ma vincerlo!
Implica anche riservare e rispettare un tempo sacro per il riposo, non negoziabile, non modificabile, non utilizzabile per compiti in sospeso… Quante volte il tempo di riposo diventa straordinario, perché nella nostra mente e nel nostro cuore così lo abbiamo classificato!! ! Quante volte si “approfitta” del tempo delle ferie, del fine settimana, di una vacanza per finire di fare quello che non si è riusciti a fare… È come se il tempo del riposo personale fosse il “tempo burlone” per fare un po’ di più di quello che abbiamo fatto, quando deve essere uno spazio protetto come il tempo in cui tengo una lezione, o ho una riunione, o un appuntamento, o qualsiasi altro impegno. Il riposo è un impegno imprescindibile per me stesso e per la mia salute mentale, spirituale e apostolica!
Se imparassimo a dedicare momenti di quiete giornalieri, settimanali, mensili o annuali per rilassarci, per ritrovarci, per imparare a non fare nulla, a fine anno saremmo molto più riposati e verificheremmo anche che il nostro lavoro è stato molto più efficaci e le nostre relazioni personali molto più amichevoli e soddisfacenti. Qual è davvero il tuo modo di riposare? Qual è il modo di riposare che senti davvero rivitalizzarti dentro e dall’interno? Qual è quel modo di riposare che ti toglie il viso e le espressioni di sopraffazione, di “non ce la faccio”, “non ce la faccio più”? Che cosa fai – o dovresti fare – in quel tempo di riposo in cui apparentemente non fai nulla ma poi vedi tutto ciò che ti porta?
Fare quello che si deve fare durante la pausa implica la consapevolezza personale della necessità di riposarsi, riposarsi, calmarsi… Fermarsi, semplicemente fermarsi, ha già effetti benefici sulla salute perché si recuperano almeno le funzioni fisiche vitali! ho avuto l’esperienza di quanto sia diversa una situazione dopo aver dormito 8 ore in modo rilassato! Riposo, quiete, silenzio, connessione con le sensazioni, con i sensi, recuperare le forze fisiche, mentali e spirituali, recuperare l’energia per essere entusiasti del compito che dobbiamo svolgere per non viverlo come un pesante fardello dovuto esaurimento.
Fare quello che devi fare durante la tua pausa è dedicare e curare il tempo dedicato a produrre qualcosa di intangibile: il benessere personale che poi renderà il mio lavoro molto più efficace perché nasce dal profondo, porta entusiasmo e illusione e non è semplicemente un risposta all’urgenza del fare e del fare.
Di EstherLucía Awad Aubad