Morire per dare la vita

15-11-2023-Acompasando-trigo-p

Morire per dare la vita

Di Begoña Costillo

 

DISCEPOLI DI CHI MUORE PER DARE LA VITA

A meno che il chicco di grano caduto in terra non muoia… (Gv 12,24)

Il mondo intero ha emesso un giudizio quando Eichmann è stato condannato all’impiccagione per crimini contro l’umanità. Era uno dei diretti responsabili del genocidio nazista eppure non provava rimorso. Ha semplicemente svolto il suo lavoro in modo responsabile. Padre di cinque figli, cercò di assicurare il bene e la prosperità del suo popolo. Non pensava oltre, e “un tale allontanamento dalla realtà e una tale sconsideratezza possono causare più danni di tutti i cattivi istinti inerenti, forse, alla natura umana”, come ha spiegato Hanna Arendt in “La banalità del male”.

A volte nascono eroi che sfuggono a tale banalità e si tuffano nella realtà in cui vivono. Recentemente abbiamo appreso la notizia di un vigile del fuoco, Ignacio Roblesii, che, durante un servizio di sorveglianza su una nave mercantile, ha osato chiedere cosa stesse proteggendo con il suo lavoro. Dopo aver appreso che si trattava di bombe vendute all’Arabia Saudita, Ignacio ha ricordato le immagini della guerra che quella potenza sta conducendo nel paese vicino, lo Yemen. Non c’è voluto un minuto per decidere di non collaborare al massacro che sta mietendo la vita a migliaia di persone. Ha rivendicato l’obiezione di coscienza e ha lasciato il suo incarico.

Su di lui hanno aperto un fascicolo che potrebbe comportare la sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio per un periodo dai tre ai sei anni e, da allora, la sua vita è diventata un inferno, come lui stesso sostiene. Ha perso peso, soldi, sonno e tempo da trascorrere con moglie e figli, ma non avrebbe voluto fare nulla di diverso. Ha scelto di perdere perché altri potessero vivere, di soffrire in prima persona per non essere complice della sofferenza di tanti.

In un mondo globalizzato, ogni nostra piccola azione ha un impatto diretto sull’esistenza di tanti, vicini e lontani: il coltan nei nostri dispositivi elettronici, i vestiti che acquistiamo nelle grandi multinazionali, il cibo che consumiamo, le aziende in cui il lavoro, le notizie che non leggiamo, la sottile indifferenza quotidiana…

Aprire la coscienza alla profondità delle nostre azioni e assumersene la responsabilità comporterà sicuramente alcune rinunce. Ma da questi, misteriosamente, germoglierà un amore nuovo, più pieno, più ampio, più umano. La vita si allungherà, perché «se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane sterile; Ma se muore, porta molto frutto”. Saremo così discepoli di Colui che muore per dare la Vita; e dove è Lui, lì saremo anche noi, suoi umili servitori, già liberati dalla banalità.