14 Mar Il digiuno che voglio
Perché digiunare se non presti attenzione? Mortificarci se non presti attenzione?
Ecco, nel giorno del digiuno cercano il proprio interesse e maltrattano i loro servi;
Guarda: digiunano tra risse e litigi, prendendo a pugni senza pietà.
Non digiunate come adesso, facendo udire la vostra voce in cielo
È quello il digiuno che il Signore desidera, il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piega la testa come una canna, sdraiati su stuoie e cenere,
Lo chiamano digiuno, giorno gradito al Signore?
Is 58,3-5
La Quaresima è un tempo sacro, come alcuni esercizi spirituali e corporali che la Chiesa ci propone ogni anno. Non so se poiché ogni anno ci ripetono gli stessi “digiuno, preghiera, opere buone”, ci siamo abituati a finire la nostra Quaresima così come era iniziata, non ci è successo nulla di nuovo. La Quaresima è un tempo di primavera spirituale, un tempo di semina che maturerà a tempo debito.
Meditiamo insieme un testo di Isaia, in esso Dio ci parla del digiuno come Lui lo vede e lo desidera per il nostro bene. Il popolo d’Israele si lamenta con Dio perché digiuna, sacrifica e sembra che Dio non veda né senta. Non ne vale la pena se Dio non si prende cura di noi.
E Dio risponde attraverso il profeta Isaia dicendo quanto velocemente vuole. A lui non piace che digiuniamo e continuiamo a fare ciò che ci interessa, continuiamo a combattere e a danneggiare gli altri e noi stessi. Qui ci rendiamo conto che Dio vede e sente, aspetta solo che io rifletta e senta il bisogno di cambiare.
Il digiuno che Dio vuole è che liberiamo gli altri, che liberiamo noi stessi da tutto ciò che ci lega e non ci permette di camminare con gioia nella vita. Il profeta descrive questa liberazione: Aprite carceri ingiuste. Ho delle persone che vivono accanto a me come prigioniere? Lasciando liberi gli oppressi, quali oppressi devo liberare? Sono io, sono loro quelli che vivono o lavorano con me? Sono quelli di qualche gruppo ecclesiale al quale appartengo?
Il digiuno aiuta anche chi è nel bisogno. Il profeta spiega questo aiuto come dare da mangiare, dare alloggio ai senzatetto, vestire chi ha bisogno di vestiti e non trascurare i miei fratelli e sorelle che sono figli e figlie che Dio ama teneramente, come ama me. Chi devo vestire, nutrire, ospitare? Con chi dovrei provare solidarietà? Chi devo ascoltare?
E Dio dice che quando agiamo così la nostra luce sarà come l’aurora, le nostre ferite guariranno presto, la nostra giustizia sarà realtà. Su quella strada non camminiamo da soli, Dio è al nostro fianco, cammina con noi per darci la forza, per farci sentire la gioia e la pace della sua presenza, anche se lui tace e a volte c’è oscurità nella nostra vita. Allora chiameremo il Signore e lui ci risponderà, gli chiederemo aiuto e lui ci dirà “Eccomi”.
Di REGINA TUTZO